Self-marketing

Volendo tradurlo letteralmente, il termine "Self–marketing" vuol dire "marketing di se stessi". In realtà, con quest´espressione s´intende lo studio e l´applicazione di stramenti di marketing per conseguire il miglioramento professionale ed il successo personale. In pratica, tutti i concetti di base del marketing aziendale vengono rielaborati per essere poi applicati al "prodotto persona" – vale a dire sé stessi – che rappresenta l´asse portante su cui si basa il "Self–marketing".

Fare self–marketing significa essenzialmente progettarsi, migliorarsi, proporsi e promuoversi, sfruttare al meglio ogni risorsa (tempo, relazioni, etc.) ed esaltare quelle che sono le qualità personali.

Quando, ad esempio, ci si mette alla ricerca di una nuova occupazione, la prima cosa da fare è, appunto, definire un´azione di marketing su se stessi. E, così come si procede con un prodotto, è indispensabile procedere ad una graduale analisi delle proprie caratteristiche personali e competenze professionali. Serve innanzitutto a tracciare un profilo chiaro e strutturato da esporre in modo lineare e pertinente nei colloqui, fornendo risposte soddisfacente alle tradizionali "domande–chiave", che possono essere "Che cosa sapete fare?", "Quali sono le principali competenze", "Che tipo di manager siete?" o ancora "Quali sono i vostri limiti?".

Si tratta tanto di mettere in luce le proprie competenze/esperienze, quanto di comprendere con chiarezza i propri punti di forza ed i propri limiti. Volendo immaginare una sorta di scaletta, si potrebbe partire dalle "cose fatte" in passato, passando per il know–how tecnico, i settori professionali conosciuti e le funzioni svolte.

Acquisire la consapevolezza di ciò che siamo in realtà, di quali sono le nostre attitudini, di quali sono i nostri valori, di quali obiettivi ci corrispondono; sviluppare la nostra forza interiore; allenare la nostra muscolatura nei settori dove ci sentiamo meno allenati. Solo dopo aver fatto ciò potremo utilizzare le tecniche, i modelli di riferimento e qualsiasi altra strategia innovativa per definire un piano di marketing. Essere centrati su se stessi vuol dire portare avanti i propri obiettivi con forza, equilibrio entusiasmo e tranquillità interiore. E il risultato non potrà che essere raggiunto con successo.

In un´era in cui ognuno di noi interpreta quotidianamente tanto il ruolo di venditore che quello di cliente, cercando di catturare l´attenzione necessaria ad emergere dalla massificazione, considerare se stessi come un prodotto/servizio aiuta: consente una migliore analisi individuale, un vero bilancio delle competenze, una precisa individuazione dei mercati e delle possibilità che essi offrono, una vera e propria strategia per ampliare il proprio ambito di azione e raggiungere gli obiettivi prefissati.

Il self–marketing è dunque una disciplina semplice, alla portata di tutti e soprattutto utile a tutti, alcuni degli obiettivi di self–marketing più espliciti ed usuali sono:

  • trovare lavoro
  • fare carriera
  • migliorare la propria occupazione
  • management e miglioramento delle relazioni sociali personali e professionali
  • self–branding quindi costruzione e gestione di immagine e reputazione individuale
  • convenient behaviour ossia apprendere tutte le tecniche per "trovarsi sempre al posto giusto, nel momento giusto e…nel modo giusto con le persone giuste" evitando spiacevoli imbarazzi
  • raggiungimento di libertà finanziaria
  • aumento del tempo libero e miglioramento della qualità dello stesso

Per "viversi come prodotto", ci si ispira dunque ad alcuni principi fondamentali del marketing, come il mercato, il prodotto, la confezione, il prezzo e la promozione.

  • Il mercato: si tratta di una segmentazione di mercati differenziati, per ognuno dei quali è necessario identificare linguaggi, comportamenti e stili diversi in base ai diversi interlocutori. Capire chi sono i nostri interlocutori, interpretarne correttamente gli atteggiamenti e i comportamenti, saper adottare il sistema di relazione più efficace, è una delle sfide che il "marketing di se stessi" si ripropone quotidianamente.
  • Il prodotto: è la sintesi del self–marketing. Se l´autoanalisi è stata puntuale, l´evoluzione a tutto campo di se stessi rappresenta un obiettivo realisticamente perseguibile. La curiosità e soprattutto la motivazione alimentano il desiderio di sentirsi aggiornati. Formazione e informazione, di conseguenza, sono vissute come opportunità d´investimento.
  • La confezione: nel marketing di se stessi, il "packaging" implica la considerazione di una serie di fattori che non si limitano solo all´aspetto esteriore, la forma fisica ed il modo di vestirsi, ma "abbracciano" anche altri elementi del sistema di comunicazione, come ad esempio il tono della voce, la postura, l´espressione del viso, la gestualità. Spesso si dimentica che l´efficacia del messaggio dipende, per oltre il 70%, dall´espressione verbale.
  • Il prezzo: nel self–marketing, il prezzo è da intendersi come "costo personale". Il costo di se stesso introduce una serie di riflessioni sul rapporto col denaro: saperlo spendere, conservare ed investire; etica e coerenza: quale prezzo sono disposto a chiedere per aumentare i miei ricavi?; nel mercato del mio lavoro, qual è il prezzo degli altri (colleghi o concorrenti)?
  • La promozione: promuovere se stessi significa acquisire la consapevolezza che in ogni momento della nostra giornata lavorativa noi "vendiamo" ad altri il nostro punto di vista. Entrare nella mente del nostro interlocutore ed ottenerne il consenso presuppone una buona conoscenza di sé. D´altronde, l´atto di vendita darebbe scarsi risultati se il venditore non conoscesse bene il "prodotto" che intende proporre.

Alla base del self–marketing c´è la "Teoria delle 5V". Verbalità, Vestibilità, Visibilità, Vivibilità e Vitalità: sono queste le cinque V su cui focalizzarsi per mettere in atto un´efficace campagna di marketing di se stessi.

  • VERBALITÀ – Si riferisce ad alcuni aspetti fondamentali – propri della vita quotidiana – che riguardano la comunicazione interpersonale, come la comunicazione verbale e non verbale, l´ascolto, il silenzio, etc.
  • VESTIBILITÀ – Sapersi vestire significa utilizzare lo strumento abbigliamento in modo coerente alla propria personalità e all´immagine di se stessi che si desidera presentare agli altri. Nel colore di una cravatta o di una giacca si rivelano i segni della personalità. Essi possono trasmettere messaggi di aggressività o di rigore, di sobrietà o esagerazione. Nel concetto di sapersi vestire è compreso anche l´aspetto dell´eleganza personale, che può indifferentemente descrivere uno stile originale o tradizionale.
  • VISIBILITÀ – E´ il momento in cui quello che possiamo definire come "l´involucro esterno della persona" (verbalità, vestibilità) si aggancia e si unifica con il contenuto intimo (vivibilità, vitalità). La visibilità viene intesa come timbro di identità, come difesa dall´anonimato, come scelta di riconoscimento globale: per rendere vivace e presente il proprio nome oltre che il proprio ruolo, il proprio volto oltre al proprio numero di telefono, il proprio stile oltre alla capacità che costituiscono la base del nostro prezzo.
  • VIVIBILITÀ – Riguarda l´ambito meno pubblico e più personale dell´intero modello teorico. La vivibilità definisce la capacità di governare e impostare la propria esistenza in modo sereno, equilibrato e naturale, sempre nel rispetto degli altri ma principalmente nel rispetto di se stessi.
  • VITALITÀ – Si basa sulla fiducia in sé e negli altri, sul pensiero positivo, sull´ottimismo razionale (vedere, ad esempio il bicchiere mezzo pieno anziché mezzo vuoto), sulla disponibilità al cambiamento. La vitalità si esprime in un comportamento energetico, attivo, rapido e coraggioso.